In effetti nel catalogo Hoka One One  mancava una scarpa così. Del marchio californiano, la maggior parte dei nostri clienti apprezza la comodità di modelli come Speedgoat e Mafate, e probabilmente molti di voi non saranno interessati a una scarpa che pesa appena 240 grammi. Ma se vi dicessimo che sono anche comode? È vero, comodo e reattivo sembra un controsenso scritto per vendere il prodotto a tutti i costi, e non vogliamo darvi a credere che la Zinal sia per forza una scarpa adatta a chiunque; ma non a tutti piace necessariamente quell’effetto di cushoning tipico di Hoka, che a qualche piede dà quasi una sensazione di innaturalezza. Per questo la Zinal funziona così bene: perché riesce a mantenere alcune delle qualità tradizionali di Hoka portandole su una scarpa che dà una sensazione più ‘tradizionale’. Non è una scarpa estrema in nessuna direzione: è meno comoda di una Speedgoat ma lo è più di una scarpa leggera tradizionale.

Pur essendo ispirata alla skyrace più famosa al mondo, la Zinal si è già vista ai piedi di alcuni atleti in gare lunghe, che vengono prevalentemente camminate. Ad esempio, Franco Collè ci ha corso i primi chilometri dell’ultimo Tor des Geants: ok, un Tor sotto le 70 ore non può essere un riferimento valido per un amatore, ma considerate che la media oraria comunque non supera i cinque chilometri all’ora, ossia il passo di una camminata.

Ne approfittiamo per una digressione: si tende a differenziare molto le esigenze di un atleta forte rispetto a quelle di un atleta più lento. Tuttavia, le prestazioni di un materiale non si misurano in base all’ordine di classifica, ma alla velocità a cui la scarpa viene portata. Ad esempio, la risposta di una scarpa reattiva non sarà molto diversa tra un’andatura di 5:30’ da una di 4:30’ al chilometro, e per sentirne i vantaggi bisognerà scendere almeno sotto ai 3:50’ e minuti al chilometro – ad esempio, una scarpa con la piastra in carbonio al di sopra di quell’andatura non vi darà alcun vantaggio, per quanto i 4:30’ (in termini relativi) sia un’andatura molto veloce rispetto a una di 5:30’. Allo stesso modo, in montagna, specialmente in una gara lunga, per quanto l’andatura del primo classificato sia completamente diversa da quella dell’ultimo, sarà comunque troppo lenta perché i vantaggi di una scarpa veloce siano apprezzabili. La differenza, più che nella velocità dell’atleta, sarà semmai nella sua capacità di sopportare il tipo di impatto a terra o la sensazione di protezione che dà la scarpa.

Franco Collè al Tor 2021 con le Hoka Zinal

Tornando alla nostra Zinal, chiudiamo con una panoramica per i nerd di scarpe: ha una calzata abbastanza fasciante sia sul collo del piede sia sul toe box (lo spazio per le dita), ma non le comprime perché il mesh è abbastanza elastico. Il puntale è rinforzato in TPU, ma senza strutturarla troppo e mantenendola leggera. Il sistema di allacciatura tradizionale è essenziale e fa ciò che deve, anche grazie alla linguetta a soffietto. L’intersuola usa un tradizionale EVA, che unisce l’ammortizzazione della linea da trail di Hoka alla reattività degli ultimi modelli in campo stradale. A differenza della Hoka Torrent, anch’essa concepita per le brevi distanze, la suola della Zinal utilizza una mescola in Vibram Megagrip sull’avampiede e Litebase sul tallone.
La tomaia è il nuovo mesh di Hoka, per ora disponibile su questo modello, ma dalla prossima stagione allargato anche all’attesissima quinta versione delle Speedgoat 5 e alla new entry in casa Hoka (sempre dalla prossima primavera) Tecton X.

Abbiamo avuto modo di provarla anche sui sentieri di Limone sul Garda partecipando in prima persona ai test di The Pill magazine per l’Outdoor Guide invernale 2021-2022, che potete trovare in negozio da noi (e se volete sbirciare qui: The Pill Outdoor Guide FW22 - The Pill Outdoor Journal).